A cura del Dott. Federico Fontana

 

“Philosophiae Naturalis Principia Mathematica”
Isaac Newton – 1687

 

“VIS INSITA” o forza innata della materia, è “il potere di resistere attraverso il quale ogni corpo, in qualunque condizione si trovi, si sforza di perseverare nel suo stato corrente, sia esso di QUIETE o di MOTO.

Questa forza è proporzionale alla forza che si esercita sul corpo stesso e non differisce affatto dall’inattività della massa, ma nella nostra maniera di concepirla.

Un corpo, dall’inattività della materia, è tolto non senza difficoltà dal suo stato di moto o quiete. Dato ciò questa “vis insita” potrebbe essere chiamata in modo più significativo “vis inertiae” o forza di inattività.

Ma un corpo esercita questa forza solo quando un’altra forza, impressa su di esso, cerca di cambiare la sua condizione (di moto o di quiete), ma moto e quiete, come vengono intesi comunemente, sono solo relativamente distinti; e d’altronde, quei corpi che comunemente sono considerati in quiete non lo sono sempre realmente”

 

Quiete…

 

Moto…

 

Mettere in moto il bilanciere tramite l’applicazione di una forza, frenarlo tramite l’applicazione di un’altra forza.

Dominare il carico in ogni fase, sfruttarlo a proprio favore gestendone l’energia.

Percepirne il peso, l’inerzia, la forza che ci contrasta.

Posizionarsi in pedana, respirare… chiudere gli occhi e aprire i sensi.

Stringere la presa aggredendo il carico.

Staccarlo da terra…

Tenerselo addosso…

Accelerandolo…

… perdendo per un attimo la cognizione di sé!

 

Lanciarlo, appoggiarsi ad esso per rubargli il tempo ed avere l’illusione di lasciarlo letteralmente volare, mentre ci si getta sotto di lui per bloccarlo, e risalire chiudendo un’emozione…

Muovere il proprio corpo, gestirlo in una medesima alternanza fra quiete e moto.

 

Fra quiete…

 

e Moto…

 

Capire questo concetto significa capire cos’è il sollevamento pesi.

Applicare questo concetto significa fare sollevamento pesi.

Il fatto è che per capirlo bisogna applicarlo… e l’applicazione è figlia dell’apprendimento.

L’apprendimento è il processo mediante il quale si acquisiscono le conoscenze su ciò che ci circonda; il meccanismo che permette di codificare, immagazzinare e in un secondo momento richiamare tali conoscenze prende il nome di memoria; dalle basi motorie che gestiamo per affrontare l’ambiente alle capacità lessicali che ci permettono di comunicare, noi siamo ciò che apprendiamo e ciò che ricordiamo.

Ma non tutto ciò che impariamo è buono; talvolta l’apprendimento produce comportamenti anti-funzionali che possono ostacolare nuove forme d’immagazzinamento d’informazioni.

 

John Locke, agli inizi del 19° secolo, affermò come la mente umana alla nascita è come un foglio bianco sul quale l’esperienza lascia il suo segno; molto spesso però questo segno è tracciato male e a fondo.

Purtroppo certe cose per funzionare hanno bisogno di essere marcate al meglio; il sollevamento pesi ne fa parte.

 

La necessità di un corso che insegni le basi della pesistica olimpica nasce da qui; dalla voglia di scrivere qualcosa di buono sul foglio bianco.

La realtà purtroppo è che il foglio non è bianco; non siamo più ragazzini di 7 anni e molto probabilmente tutto ciò che c’è già scritto deve essere rivisto.

 

“La nostra più grande fortuna è che le abilità che l’essere umano può sviluppare possono essere portate avanti fino alla morte dell’individuo stesso. E’ qui che sta il bello del gioco.

Se compiliamo la graduatoria degli animali più precocemente competenti, l’uomo fa la figura dell’imbranato. Impiega più di dieci anni a diventare autonomo, e nella società attuale questo lasso di tempo spesso si triplica. Se tale lento processo avvenisse nel regno animale tutte le specie sarebbero estinte.

L’animale presenta molti più comportamenti innati, che però vogliono dire connessioni neuronali rigide e altamente pre-formate, e inesorabilmente legate ad ambienti altamente specifici. Se l’ambiente muta, quei comportamenti diventano inefficaci.

I non specializzati viceversa, noi, possiamo adattarci a qualsiasi cosa. E possiamo, a qualsiasi età con tempistiche diverse, APPRENDERE… sempre e continuamente! Sruttiamo il fatto di avere un cervello parzialmente incompiuto, che ci permette ad apprendere nuove capacità specifiche.”

da:
L’eccellenza sta nell’abitudine
ACCADEMIA ITALIANA DELLA FORZA

 

Avvicinarsi al Sollevamento Pesi in età avanzata comporta necessariamente dei limiti.

La presenza di questi limiti non va vista come un handicap; implica soltanto uno sforzo maggiore, talvolta immane ma sempre perseguibile.

Nessuno vi dirà che è una strada semplice, nessuno vi venderà un prodotto che potrete usare quando sarete a casa. Anzi, vi diremo l’esatto contrario.

Ciò che è importante è iniziare però a scrivere; e per farlo bisogna prima imparare l’alfabeto, la grammatica, la sintassi…

Fare il contrario sarebbe come darvi un libro in una lingua che non sapete leggere, una volta per conto vostro. Questo già accade in troppe realtà.

Non vendiamo concetti; vogliamo darvi tracce per apprendere.

E queste tracce provengono da chi scrive il libro, da chi è in grado di insegnarvi a scriverlo, non da chi lo vende senza spesso nemmeno leggerlo.

Tutti sono bravi a comprare la torta e spacciarla per loro.

 

Norberto Oberburger
Oro alle Olimpiadi di Los Angeles, 1984
Archivio Fondazione Bentegodi

 

Lo scopo del corso è usare la qualità come parametro base, sfruttando il potenziale di crescita individuale verso il futuro. Guardiamo alla persona trasmettendo ingredienti, non prodotti confezionati.

La vera essenza della didattica della pesistica olimpica è un’opera di continuo avvicinamento alla tecnica ottimale; fatta di step costruiti per sentire l’alzata, non per eseguirla. Strappo e Slancio sono eventi, non movimenti.

Solo un lento apprendimento permetterà il consolidamento di connessioni neurali sempre più fitte e indirizzate all’esecuzione dello schema motorio il più vicino possibile alla perfezione.

La seconda chiave è l’adattamento; adattamento costruito sulla persona.

La parola adattamento non deve però essere intesa come la pratica che modifica l’esercizio in funzione del soggetto; è solo il percorso per insegnarlo che viene modificato.

Il risultato finale DEVE essere uno: la corretta ed efficiente tecnica esecutiva.

Il come perseguire questa filosofia passa inesorabilmente da un’unica strada: dedizione e moltissime ore di lavoro che permettono di raggiungere la qualità tecnica necessaria.

Si perché non si parla più solo di tecnica, ma di qualità tecnica.

 

Il gesto è complicato, durante le prime fasi dell’apprendimento non si ha la capacità di percepire sé stessi o il moto del bilanciere durante l’alzata.

Non è possibile avere una precisa immagine di sé, serve necessariamente un occhio esterno ed esperto che sa leggere gli errori, sa interpretarli, sa correggerli e soprattutto sa come tala correzione agisce sulle sensazioni che il soggetto prova.

Si perché, quando carico e velocità salgono gli errori si amplificano e diventano per l’atleta sempre più impercettibili; nel 1980, il neurofisiologo Robert Woodworth dimostrò per primo come più un movimento è rapido meno è accurato.

Molti sono i fattori che contribuiscono a incrementare la variabilità con la velocità. Il tipo di contrazione, il tempo per correggere,il target, l’esperienza… la pratica. Proprio la pratica è ciò che permette invece il contrario, di rendere un movimento prima veloce e poi anche preciso.

Ad aggravare ulteriormente il problema è la mancanza di un feedback visivo; tutto si basa quindi sulla capacità dell’allenatore di dare il giusto input, che si deve integrare perfettamente con il feed-back intrinseco del soggetto.

E nel sollevamento pesi, così come in qualsiasi altro sport, l’occhio esperto si costruisce con la pratica e l’esperienza. In pedana e prima di salirci. Allenando e pianificando.

Noi più di tutto forniamo questa esperienza, tramite persone come Fausto Tosi e Ado Gruzza.

 

Il corso non può avere la pretesa di scrivere qualcosa sul foglio bianco di ognuno, ma avrà quella di cancellare ciò che c’è per indirizzare verso un approccio intelligente alla pesistica olimpica; dando la possibilità a tutti di confrontarsi con tecnici di livello olimpico, massimi esperti sull’allenamento a livello italiano, ragazzi che hanno creduto in qualcosa e l’hanno inseguita grazie a passione e duro lavoro; ragazzi che hanno iniziato tardi e si sono dovuti confrontare con le difficoltà di chi si immerge nel WL in età avanzata.

Persone che giornalmente respirano il mondo del sollevamento pesi, che salgono in pedana, che portano gli atleti in pedana.

Che si emozionano mentre si allenano…

Persone come voi…

 

fra Quiete

 

e Moto