Di Mauro Camilleri

AIF elite strenght trainer

Diplomato corso alta formazione 2018

Laureando in scienze della nutrizione

Personal trainer Fit Express Torino

Coach Silverback Torino

 

Ad oggi, molti frequentatori delle palestre che si avvicinano allo stacco da terra, sono convinti che esso, piuttosto che una naturale alzata con postura fisiologica, voglia dire una schiena perfettamente “dritta”, una simmetria di proporzioni e linee che farebbero invidia persino ad un geometra. Ma siamo sicuri di questo? A tale domanda dovrebbe corrispondere una sola risposta.

“Tutti gli esseri umani sono identici tra loro, l’uno il clone dell’altro? No”.

La risposta può essere affermativa o negativa (in questo caso) solo se supportata dalla letteratura scientifica, dalla logica o dalla pratica costante sul campo.

 

Dunque, qual è la mia idea di stacco da terra?

 

 

    1. Movimento più naturale possibile. Troppo spesso noto un eccessivo controllo nell’ esecuzione, ciò porta inevitabilmente al ribaltare un movimento di per sé innato (apri qui, chiudi li, fai la capriola e tira ecc..).
    2. Una perfetta sinergia muscolare dettata da un timing efficace di alzata. Ognuno di noi ha un “Timing potenziale di attivazione” che gli consente di imprimere la massima forza al bilanciere e quindi massimizzare la sinergia muscolare per vincere la forza di gravità che grava sul suolo. Il mio consiglio è quello di essere “lentissimi” se non abbiamo ancora raggiunto almeno un livello intermedio nell’esecuzione e nello sviluppo dell’alzata.
    3. Non alterare le curve fisiologiche della schiena in dinamica.

Vorrei soffermarmi in particolar modo su questo punto. Innanzitutto la schiena, amici, NON è DRITTA! Ci siamo evoluti in migliaia di anni e il rachide umano ha assunto una forma non dritta ma a curve (lordosi, cifosi). Molto spesso, l’esecuzione di uno stacco da terra ben fatta presuppone una schiena iperestesa (NON FISIOLOGICA) e un set up forzato (NON FISIOLOGICO).

Alcuni studi in letteratura (se volete vi mando il link) e molti esempi pratici, sostengono che il mantenimento delle curve fisiologiche della schiena durante l’alzata, possa portare ad un minor rischio di infortunio della stessa. Quindi:

una schiena dalla postura poco estetica nella vita quotidiana, non potrà mai avere una bella forma durante il sollevamento di un oggetto da terra (bilanciere, cassetta d’acqua o altro).

Allora perché ostinarsi ad aprire il petto, addurre le scapole mantenendo la schiena dritta???? È tutto così superficiale? Ahimè NO.

 

 

IPOTETICO ESEMPIO

Parliamo di un possibile esempio pratico per chiarire meglio il concetto, quindi prendiamo come riferimento un ragazzo fortemente “cifotico” (schiena a “c”, per intenderci). Partiamo dall’idea di rispettare la fisiologia e la postura di ognuno di noi: nel suo caso, ahimè, nemmeno a cannonate sarete in grado di cambiargli postura che tra l’altro, porterebbe all’aumento del rischio di infortunio, in quanto quella è la sua conformazione.

Il suo corpo, magari per decine di anni, ha subito adattamenti posturali e non saremo di certo noi a cambiare una postura ormai conclamata anzi, in questo caso, potrebbe essere deleterio. E allora cosa possiamo fare? “Rispettare il suo movimento” . Ovviamente, gli devono essere dati degli input al fine di educarlo al movimento. Nonostante questi accorgimenti dobbiamo comprendere che ogni caso, un soggetto cifotico rimarrà CIFOTICO.

Un set up forzato in iperestensione è sicuramente bello dal un punto di vista estetico ma a carico alto o allenatante, CROLLEREBBE PRIMA CHE IL BILANCIERE SI STACCHI DA TERRA. Vi immaginate un’auto che va a benzina costretta a viaggiare a metano? Lascio a voi le considerazioni.

 

 

Riabilitazione e stacco da terra

 

Studi recenti hanno dimostrato che eseguire, nei soggetti con dolore lombo sacrale, lo “STACCO DA TERRA”, nel lungo termine, può rilevarsi un’arma efficace nella riduzione del dolore cronico e nello svolgere al meglio le attività quotidiane. Dopo aver esaminato diversi studi, ho deciso di analizzarne uno in particolare, “Which patients which low back pain benefit from deadlift training? Berglund L, Aasa B, Hellqvist J, Michaelson P”, che mirava a valutare quali fattori predittivi potrebbero abbassare l’intensità nel dolore con stacco da terra.

Lo studio:

Trentacinque partecipanti, con dolore cronico lombo sacrale, sono stati addestrati per imparare l’esercizio, stacco da terra, sotto la supervisione di un fisioterapista con esperienza nel powerlifting. Il fattore principale predittivo della buona riuscita dell’abbasamento della soglia del dolore è stato l’essere positivi al test Biering-Sorensen, che verifica la resistenza dei muscoli estensori della schiena e dell’anca. Infatti, dopo un periodo di allenamento di 8 settimane, quelli che sono risultati positivi al test hanno mostrato meno disabilità, minore intensità del dolore e prestazioni più elevate con l’allenamento dello stacco da terra. Il test di Biering-Sorensen è stato il predittore più solido per beneficiare dell’esercizio.

Potrebbe, quindi, essere interessante far utilizzare lo stacco da terra, come esercizio riabilitativo, a soggetti con lombalgia.

In particolare, su clienti che hanno sufficiente resistenza agli estensori della schiena e dell’anca, l’allenamento con lo stacco da terra consentirebbe di ridurre o, addirittura, eliminare il dolore.

Pratica:

Un anno e mezzo fa un ragazzo durante il Fit check (anamnesi iniziale per affrontare un percorso di allenamento insieme) lamentava da diversi anni, se non decenni, un dolore cronico alla schiena che lo portava a non riposare bene la notte.

Dopo aver fatto un percorso di rieducazione motoria, potenziamento dei muscoli del core (muscoli che stabilizzano il tronco), stretching di alcuni muscoli fortemente retratti abbiamo utilizzato lo stacco da terra con bilanciere come medicina nel cronico. Ad oggi, il ragazzo (48 anni, operaio in fabbrica) non lamenta da un anno nessun tipo o fastidio alla schiena ed ha esordito a febbraio come agonista in una gara nazionale di specialità stacco da terra.