A cura di Ado Gruzza e Antonio Contenta

 

 

 

 

 

 

 

ADO
Antonio, saltiamo subito al nocciolo della questione
Cosa c’è di buono nel Powerlifting Attrezzato o meglio, a chi potrebbe interessare (molto) questa variante del Powerlifting, che per anni è stata l’unica ufficiale e che tutt’ora è assolutamente la più praticata nei paesi dell’est?
Partiamo da un punto imprescindibile.
Per chi è fuori dal mondo dei pesi, il Powerlifting attrezzato (definito GEAR) davvero rasenta l’assurdità.
Che senso ha mettersi addosso abbigliamento tecnico per migliorare i carichi che si sollevano?
Nessuna! Apparentemente nessuna!

 

ANTONIO
Non c’è dubbio! Però poi il soggetto che vuole emergere, di solito, inizia a farlo partendo dalla curiosità.
Al contrario di chi resta impantanato nel niente con opinioni banali.
Una persone intelligente deve essere curiosa di sapere come mai una così gran parte dei migliori tecnici sia in Italia che nel Mondo siano tanto interessati a questa versione del Powerlifting?
Cioè proprio le teste più pensanti, quelle che hanno nel tempo messo in atto le rivoluzioni più importanti!
Tutti questi hanno dedicato tempo ed energie al Powerlifting GEAR, cioè attrezzato.

 

Questi di certo non possono essere dei pazzi che inseguono una cosa senza nessun senso! Qualcosa di interessante ci sarà, no?

FAKE NEWS

 

 

 

 

 

 

ADO
A scanso di equivoci, tra i Powerlifters agonisti normali, più o meno lucidi, praticamente la totalità, non c’è nessun conflitto tra Raw e Attrezzato.
Molti gareggiano in entrambe le versioni, alcuni sono più predisposti per una e altri per l’altra.
Per motivi fisici, psicologici o di leve. Io alleno atleti fortissimi che fanno solo Raw, atleti fortissimi che fanno solo GEAR, atleti fortissimi che fanno entrambi.
Si stimano e si rispettano moltissimo e a nessuno passa per la testa di fare graduatorie.
Ognuno ha caratteristiche specifiche che li rende competitivi in una versione.
Infatti chi riesce ad eccellere in entrambi è davvero bravo, perché specializzarsi su una versione toglie qualcosa (inevitabilmente) all’altra.

 

Migliore un saltatore in alto o uno con l’asta?
Boh, forse il migliore per voi è semplicemente quello che ci piace di più.
Meglio stile o delfino?
Per me stile, infatti non so nuotare a delfino.
Meglio Lotta o Judo? Judo! Ho più amici che fanno Judo. E così via.

 

ANTONIO
Se avete letto di fazioni e antagonismi, probabilmente li avete letti da gente che voleva farsi un po’ di pubblicità attraverso la polemica o da chi doveva trovare giustificazioni personali per qualcosa. La realtà però è questa: Nessun conflitto!

 

COAH POINT OF VIEW

 

 

 

 

ANTONIO
Dal punto di vista dell’allenatore: nel Powerlifting GEAR sei davvero determinante.
Un allenatore capace di fasciare, capace di programmare l’uso dell’attrezzatura, di cogliere il carico allenante giusto, il feedback giusto determina tanti, tanti, tanti chili sul totale per il proprio atleta.
Uno incapace ne toglie altrettanti al suo.
Il risultato algebrico diventa notevole.
Nel Raw un allenatore capace fa la differenza però incide di meno in termini numerici.
Un atleta che magari fa uso di sostanze illecite, allenato malissimo, diventato però complessivamente molto forte, nel Raw può essere un osso durissimo, mentre nell’attrezzato rischia di lasciare tanti di quel chili in pedana, per cui, entro certi limiti il più bravo, il più esplosivo, il più tecnico, vince.
Anche se è una semplificazione e come tale non è affatto una regola.

 

ADO
L’alzarsi della componente tecnica, l’aumento delle complicazioni in campo, rende più aperta la partita verso chi è bravo piuttosto che solo talentuoso.
Ovunque sia il vostro tifo è innegabile che la gara GEAR è più bella da vedere (soprattutto lo Squat) più complessa da gestire, più stressante per il coach, tipo un rapporto da 1 a 100.
Non sono qua a parlare bene del GEAR rispetto al RAW.
Non ne avrei il minimo interesse: negli ultimi anni, numeri alla mano, come allenatore ho avuto più soddisfazioni (o quantomeno altrettante) nelle gare Raw che in quelle Gear. Non penso minimamente serva fare classifiche.

 

ANTONIO
Una cosa io la penso fortemente, invece: TANTISSIMI NUOVI APPASSIONATI di Powerlifting possano prendere in considerazione l’esperienza del Powerlifting Attrezzato perché potrebbe dare loro molte soddisfazioni.
Alcuni sono proprio FATTI per il GEAR e non lo sanno.
Mentre nel Raw potrebbero non riuscire a prendere il massimo del loro potenziale.

 

Proviamo a tirare una somma di cosa serva per fare bene nel Powerlifting attrezzato.

 

VELOCITA’ E COORDINAZIONE

 

 

 

 

 

 

1. ADO
Se analizziamo l’iperbole di Hill, la Curva Forza Tempo e tutte queste robe noiosissime, il PL GEAR sposta il focus maggiormente verso azioni compiute a velocità relativamente più elevata.
Quindi è richiesto anticipare verso sinistra la Curva Forza Tempo e alzare la Curva di Hill, per dirlo molto alla sempliciotta, che poi è l’unica maniera che conosciamo per trattare robe tecniche. Siamo orgoglios(issim)amente uomini di campo.

ANTONIO
Occorre raggiungere lo Sticking Point ad una velocità in temini di m\s più elevata per superare quello che senza il supporto dell’attrezzatura, sarebbe un passaggio con carico sovramassimale.
Mediamente i tempi di esecuzione sono più veloci, o meglio il bilanciere si sposta a velocità più elevate in buoni tratti della traiettoria. Occorre quindi (possiamo dire) maggior atletismo, maggiore capacità di spostare carichi elevati a velocità sostenute.
Anche l’allenamento sarà ovviamente più sbilanciato in quell’ottica.
L’idea del buffer e dei carichi estremamente razionalizzati in stile Olimpic Weightlifting è proprio nata nell’epoca esclusiva del Powerlifting attrezzato.

ADO
Queste idee si sono rivelate straordinariamente buone anche in ottica raw?
Certamente, con tutti gli adattamenti del caso.
Chi lo ha capito ha molto più margine di successo di chi non l’ha capito.

 

 

CONTROLLO TECNICO

 

 

 

 

2. ANTONIO
Salvo rari casi, l’atleta attrezzato si allena per la stragrande maggioranza del tempo senza attrezzatura tecnica.
Quando si allena senza attrezzatura tecnica (la maggior parte del tempo, appunto) deve tenere a mente quali sono le caratteristiche del gesto da gara.
L’allenamento deve essere votato quindi a:

a. Tanto volume in zone di intensità a carico medio alto, in cui siamo in grado di esprimere una buona accelerazione al carico. Più velocità del bilanciere.
B. Enfatizzare l’idea di controllo.
C. Ergo: potenziare tantissimo stabilizzatori e muscoli antagonisti.

 

 

PREPARAZIONE ATLETICA

 

 

 

 

 

3. ADO
Per chi fa pesi in ottica di preparazione atletica non ci piove al mondo che molte delle logiche a carichi medi e zero ‘grind’ tipiche del Powerlifting attrezzato siamo davvero il meglio del meglio!

Maniacalizzare il controllo tecnico, grande deficit di chi fa pesi in ottica di preparazione atletica (parliamo con cognizione di causa e non per sentito dire) risulta anche qui essere davvero, straordianariamente efficace.
Come nella praparazione atletica in generale, nel Powerlifting Gear la forza è una componente in qualche modo generale ed aspecifica rispetto al gesto di gara in cui la spinta muscolare è direzionata attraverso l’uso di attrezzatura.

Essere più forti è un concetto molto relativo e non sempre legato direttamente ai chili sollevati.
Usare compensi, rimbalzi, cheating, rendono più capaci di sviluppare forza in quel gesto specifico, senza però che questo abbia un ritorno in termini di Forza generale, di Transfer in altri gesti sportivi.

Quando vediamo lanciatori fare panche con carichi altissimi e rimbalzi pazzeschi viene da sorridere alla giustificazione: allenare la capacità ad essere esplosivi.

NO, NO e no, in realtà quel modo di fare la panca è fine a se stesso. Si impara esclusivamente a gestire tempi SPECIFICI di quel rimbalzo con QUEL assetto.
Transfer? Secondo noi ZERO!
Datemi un gruppo di lanciatori di livello che devono incrementare la Forza e vi dimostrerò che abbiamo ragione.

 

 

 

 

 

SPECIALIZZAZIONE

 

 

 

4. ADO
Il Powerlifter Raw deve essere specializzatissimo sul gesto da gara.
Deve avere chiaro concetti come il gestire il carico pesante in angoli sfavorevoli, o il trovare la soluzione ideale per poter stare il più tempo possibile in spinta nello sticking point (ci vorrebbe un articolo o forse un libro su questo argomento) e per questo deve includere nel proprio percorso carichi che mettano in crisi la propria stabilità.
Quanto spesso?
Meno spesso di quello che va di moda fare.

 

 

 

 

 

 

 

PROGRAMMAZIONE CALIBRATA

 

 

 

 

 

 

5. ANTONIO
Il Powerlifter Gear deve lavorare molto di più sulla condizione fisica.
Occorre arrivare fresco in gara come condizione indispensabile.
Perché l’attrezzatura non si deve abituare al carico, l’attrezzatura è quella che è.
Non ha sentimenti, non ha timore, non ha sistema nervoso.

L’attrezzatura crea un punto di appoggio.

Non solleva il peso, non ci sono molle o carrucole nel corpetto da Squat.
Si solleva di più perché l’atleta si appoggia su un punto che stabilizza, prima il caricamento e poi la spinta, e permette di stare molto più tempo nelle zone critiche dell’alzata senza ricercare angoli diversi da quelli ideali.
Ne trattiene l’eccentrica, crea un effetto molla.
Da questo effetto molla si esce al meglio se si è estremamente freschi e coordinati. Quindi il taper di un atleta GEAR deve essere molto più preciso e veramente drenante di fatica accumulata, senza però spegnere il sistema nervoso.

 

ADO
Che poi nel RAW moltissimi si freghino con le proprie mani, facendo taper pessimi, troppo pesanti, e arrivino in gara cotti, beh, anche questo è vero.

Però è un’altra storia.

Anche qua, il doping aiuta a correggere gli errori di programmazione sia in una che nell’altra versione.
Nello Squat raw dovete stare attenti a non uscire dalle linea ideale di spinta o siete fottuti.
A meno di non avere delle leve estremamente predisposte a questo o delle masse muscolari fuori natura che riempiano le vostre leve.

ANTONIO
Nel Gear se siete tecnicamente capaci (hai detto poco) sarà l’attrezzatura a darvi l’appoggio per l’ideale linea di spinta.
Voi dovrete solo essere esplosivi.

BRAVI ED ESPLOSIVI.

Che poi “esplosivi” non significa “più veloci possibili” ma significa aver sviluppato la capacità di sviluppare un timing ideale che comunque per quanto “veloce” ha un suo tempo di attivazione ben preciso.

 

 

 

FORZA

 

 

 

 

6. ANTONIO
Per questo, nel Powerlifting Gear serve tanta forza massimale.
Per quanto mediamente si sviluppino alzate più veloci rispetto al raw (e su traiettorie più uniformi) il carico è molto più elevato e il momento massimo di forza sarà estremamente gravoso.

ADO
Bakkelund, il campione del mondo sia Raw che Gear, disse in un intervista a proposito delle differenze tra queste due versioni del powerlifting che nella seconda occorre molta più forza.
Non so se questo sia vero e se sia semplicemente un’iperbole linguistica, in ogni caso, occorre essere molto forti perché i carichi che avrete addosso saranno molto elevati.

 

 

APPLICAZIONE

 

 

 

7. ANTONIO
Imparare ad usare l’attrezzatura da gara è un casino.

Complicatissimo.

Complicatissimo però divertente.
Ricordatevi bene che tutto ciò che si apprende di complesso, che vi fa sudare, che vi mette in difficoltà, ridà (molto spesso) con gli interessi quello che avete speso.

Senza dubbio vi renderà atleti migliori.Vale in tutto nella vita. Le cose facili danno soddisfazioni piccole. E questo non per dire che il Raw sia facile.

Serve anche un livello sostenibile di equilibrio psicologico per fare il GEAR, anche se a volte, non sembrerebbe.

 

8. Conoscete qualcuno che fa gare attrezzate? Contattatelo, chiedete, informatevi. Provate ad entrare in un gruppo.

 

 

 

MUSCOLI

 

 

 

 

9. ADO
Ipertrofia. Vi sembrerà una puttanata Ejzensteiniana però ho visto diverse persone sbloccarsi lavorando spesso con l’attrezzatura larga da allenamento per un buon numero di ripetizioni.
Sarà per la teoria della vasocostrizione? Sarà per la teoria della linea?
Non lo so, però so che è successo. Ai nerds l’ardua sentenza.

 

 

 

ULTIMO MA NON ULTIMO: SQUADRA

 

 

 

 

 

 

10. ANTONIO
Gareggiare Gear richiede avere un gruppo fortissimo alle spalle.
Stimola la collaborazione, il piacere del creare un gruppo forte.
La mia squadra non esisterebbe per quello che è se fosse nata in un contesto diverso da quello GEAR.
Un senso del gruppo non artificiale o settario, quanto una vera e propria collaborazione indispensabile.
Che spesso può anche sfociare in rapporti umani splendidi.
Non serve uno spotter, un fasciatore e uno stratega ma serve prima un gruppo, poi una squadra e solo poi tutto il resto: un gruppo senz’anima non sarà mai una squadra.

ADO
Marte Elverum, Record del mondo di Stacco da terra, mi disse una cosa molto intelligente (come spesso le capita) che il gruppo che richiede il preparare una gara di Powerlifting Gear fosse il miglior antidoping possibile: fare gruppo ti da la possibilità di creare una coscienza di gruppo, una cultura di gruppo e di contro, una cultura di antidoping.
Ovviamente dipende dagli opinion leader di questo gruppo.

ANTONIO
Però ognuno ha gli opinion leader che si sceglie e che si merita.

Per chiudere…

 

 

AMARCORD / ENTRY-LEVEL

 

 

ANTONIO
Il powerlifting GEAR è stata l’unica versione di questo sport per quasi la totalità della sua storia fino ad oggi, quantomeno nel circuito ufficiale (IPF), quello per capirci al quale facciamo riferimento quando leggete, in queste sedi, di powerlifting.
Questo è vero a livello mondiale ma anche a livello nazionale.

Il Raw per quanto abbia avuto uno sviluppo da subito travolgente, per tutta una lunga serie di ragioni, è una disciplina estremamente giovane, pensate che il primo mondiale Raw della storia è datato 2012!

Questo cosa significa?
Bè che i più grandi tecnici e i più grandi atleti attuali, per anni se non per decenni, si sono formati e misurati con e nel powerlifting Gear.

L’attrezzatura impone a chi vuole “iniziare” di dover lavorare più tempo e con più cognizione prima di approcciarsi alla “prima gara”, che è poi lo step spesso più importante in questo mondo: dopo la prima gara per alcuni diventa difficile smettere, ma questo è un altro discorso.

Questa intrinseca “difficoltà” se da un certo punto di vista scoraggia e ha scoraggiato nel tempo gli indecisi, ha dall’altro lato motivato e selezionato molti ragazzi e tecnici, i quali prima ancora di voler gareggiare e buttarsi nella mischia hanno dovuto decidere di intraprendere un “percorso”, di conoscere, capire e spesso amare uno SPORT, non un semplice modo di sollevare pesi.

ADO
Il powerlifting GEAR aveva quell’alone di intangibilità e di mistero che allora mi ha attirato a questo mondo.
Sarebbe successo con solo il RAW?
Non lo so, malgrado adesso lo ami letteralmente e ne percepisca la sfida e la difficoltà di rinnovamento, non so se a vent’anni mi sarei accontentato di uno stimolo più tangibile.
Forse è un discorso cervellotico e poco chiaro, però sono sicuro che Antonio, Amerigo, Gianluca e i ragazzi che gravitano in AIF, spinti dalla curiosità e dalla folle mania di indagare, capiscono benissimo.

 

ANTONIO
Il powerlifting attrezzato, come la maggior parte se non la totalità degli sport, impone un “percorso”, perchè ha dei tempi minimi di apprendimento dei gesti e di utilizzo delle attrezzature specifiche che vanno considerati; tempi minimi che sono in realtà tempi medio-lunghi.
Da parte mia, quindi, non raccontarvi quanto il Gear sia stato fondamentale nella mia formazione di tecnico sarebbe disonesto intellettualmente.
Anche la gran parte della didattica sulle alzate che abbiamo per le mani oggi affonda le sue radici in quel mondo anche per soggetti che in vita loro non metteranno mai un costume da squat o 300kg sulla schiena.

ADO
La più grande rivoluzione nel mondo dei pesi è stata capire che bisognava valutare il COME e non il QUANTO, passare dal muscolo al sistema.

Questa rivoluzione ha toccato non solo il nostro Powerlifting quanto chiunque in Italia scelga di fare pesi per qualunque fine.

Posso affermare senza timore che non è un caso che questa rivoluzione sia nata da un gruppo di persone il cui sfogo agonistico era nel mondo del Powerlifting Attrezzato.
Avremmo capito certe cose senza passare da certe complicazioni?
Anche i successivi ed ulteriori sviluppi intellettuali sarebbero stati possibili? Probabilmente no.

 

ANTONIO
Il positivo sdoganamento che il movimento Raw ha in qualche maniera concesso al powerlifting, non deve però farci perdere di vista la nostra storia e la nostra identità, mai.
La storia non sempre è fatta di solo passato, chi ha molta passione per queste cose non deve farsi scoraggiare dai numeri ne eventualmente dai tempi, sarebbe peggio rimanerne semplici spettatori e perdere in qualche modo l’occasione di fare qualcosa di eccezionale.

ADO
Ragazzi, qualunque stile vi aggrada di più: puntate in alto, mentalmente!
Divertitevi, frequentate persone positive (in senso caratteriale ovviamente) cercate stimoli e motivazioni: fate, fate, fate!
Mai fidarvi della prima impressione o delle chiacchiere di chi non fa!

 

La strada per l’eccellenza passa per l’intraprendenza. Sempre.

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