a cura di Ado Gruzza

Un modello avanzato per un passo avanti nell’allenamento della forza funzionale.

Innanzi tutto, cos’è il deficit di Forza esplosiva?

Il concetto è senz’altro il più forte che scaturisce dalla più famosa opera del dottor Zatsiorsky. In pratica l’autore russo ci dice che in ogni attività atletica è il tempo ad essere determinante nella capacità di sfruttare la forza. In pratica, un lanciatore di baseball avrà un tempo di contatto con l’oggetto troppo veloce per poter imprimere all’oggetto tutta la Forza possibile. La Forza richiede fisiologicamente un certo tempo per essere espressa. Difatti più il tempo di contatto sarà lungo più la Forza massimale sarà decisiva nel risultato sportivo (prendete appunto la differenza tra un lancio di baseball e un getto del peso) ma sempre determinante (in ragione maggiore o minore a seconda del tempo di contatto) sarà la capacità di imprimere la massima Forza in questa limitata unità di tempo.

 

 

In pratica Zatsiorsky ci dice che la Forza funzionale è la capacità di imprimere la massima energia nel minor tempo possibile. Questo dovrebbe chiudere ogni discussione sul lavoro di functional Strength fatto in molte discipline marziali moderne. Però questa è un’altra storia. Cioè quella che sviluppiamo noi in maniera più approfondita e votata alla pratica ai seminari FIPL ed AIF.

Questo concetto è estremamente intuitivo e ha portato ogni preparatore atletico a capire quanto un lavoro di Forza esplosiva fosse necessario.

Benissimo, concetto acquisito. Però c’è un passo in più da fare, e non è un passo piccolo.

Come sviluppare al meglio questa Forza esplosiva?
Il modello proposto fino ad ora è quello di lavorare in sedi separate su:

  1. forza massimale
  2. lavoro balistico e pliometrico.

La forza massimale è allenata (nella migliore delle ipotesi) con la stessa qualità con cui un ragazzino fa disegni pornografici nel bagno della scuola. Penso di aver reso l’idea.

Vediamo pallavoliste fare mezzi squat (anche meno di mezzi) supermassimali a velocità tartarughesche in cui ogni possibile schema motorio viene massacrato e tutto il carico finisce, inesorabilmente e sempre, sulle articolazioni. Ok, questi pesi, fatti così, fanno diventare lenti, non ci piove.

Il lavoro esplosivo è fatto con più cognizione di causa (nei limiti del panorama italiano) con il grande assunto che senza una base di forza, come garantiscono tutti i testi della scienza e fisiologia dello sport se letti con capacità di giudizio, la potenza si sviluppa nel gesto in sé, ma non si allena.

Insomma malgrado alcune ricerche piuttosto ‘facili’ che vorrebbero farci credere che la potenza va cercata al 55% del massimale o giù di lì, noi rispondiamo in modo semplice: se lanciate un sassetto a 20 metri forse sviluppate più potenza (boh, chissenefrega) che in uno squat profondo super esplosivo con 180 kg. Voi cosa preferireste avere nel vostro bagaglio sportivo? Lanciare un sassetto o avere 180 di full squat alla velocità della luce? Col sasso potreste sviluppare più potenza ma sicuri che l’allenate? Se lo siete, correte tutti a lanciare sassi negli stagni per diventare potenti come Pyrros Dimas. Insomma il lavoro balistico, pliometrico e company è buono ma non basta. Occorre una base di lavoro di Forza, la cosa è pure intuitiva.

Stupiti? Beh, sono già 47 anni che hanno fatto quel famoso esperimento in cui i pesisti erano più esplosivi nei 30 metri che i centometristi dell’epoca. Perché la Forza INTELLIGENTE fa tutta la differenza del mondo.

 

 

Per cui il quadro odierno è Forza massimale rovinosa, lavoro esplosivo ben fatto ma fuori contesto, e come ciliegina sulla torta, un colpetto di bodybuilding in stile anni ottanta, per fare la fantomatica massa.

NON SERVE LA CALCOLATRICE per vedere che questo modello ha prodotto molto poco. Infatti tutti sono scontenti, al punto da buttarsi, in assenza di altri modelli strutturati di valore (perché i bravi preparatori atletici le cose se le tengono per loro) sulle mode funzionali, si riempiono le palestre di atletica di Kettlebells senza saperli minimamente usare, funi, sbarre, palle, per poi alla fine trovarsi inesorabilmente deallenati e peggio scontenti di prima. Non per colpa di questi interessanti attrezzi, quanto per la base totalmente fitness nella quale questi sono insegnati: sedici kg sono sempre sedici chili, un carico troppo leggero per stimolare ottimamente il reclutamento delle unità motorie. Tant’è che il modello funzionale appena nato è già in crisi profonda. Penso la vediate tutti questa crisi. In questo contesto AIF sta lavorando per sviluppare una vera cultura sull’allenamento funzionale, un progetto che crediamo meriti davvero parecchia attenzione.

Il passo avanti quindi quale sarebbe?

Beh noi dobbiamo semplicemente concentrarci sulla A, cioè la Forza Massimale. Il processo B non riguarda lo stregth trainer e consigliamo caldamente che venga sempre più sviluppato sul campo e sempre meno nella sala pesi. I pesi servono per allenare forza e potenza. Per il resto c’è di meglio. In Italia abbiamo ottimi preparatori riguardo la resistenza, la rapidità e la velocità. Lavorate queste doti con saggezza e sul campo.

Tornando ad A, cioè Forza Massimale. Crediamo sia una pessima idea allenare l’FM attraverso l’uso di carichi massimali a velocità lente e senza alcun controllo del carico come fatto fino ad ora.

Questo perché esiste l’ESD.

I più preparati mi correggeranno pensando che l’ESD è riferito ad attività atletiche. Cioè i pesi, dove si ha tutto il tempo di generare la massima forza il problema del Deficit non si presenta, anzi, i pesi sembrano proprio il posto giusto per sviluppare la dote di FM.

Questo è vero solo e soltanto in vitro. Sapete perché? Perché IN OGNI AZIONE IN CUI VI è MOVIMENTO nasce il problema del deficit di forza esplosiva. Vi spiego come:

prendete un stacco da terra. Premessa, ogni alzata è composta da fasi. Lo stacco da terra è composto da 3 fase fondamentali e tre minifasi di passaggio. Concentriamoci sulle fondamentali.

 

 

La regola di base è che ogni fase deve per essere soddisfacente, predisporre al superamento della successiva in maniera ottimale.

In pratica se la prima fase di uno stacco da terra è svolta a grande velocità ma crea una postura o un angolo tale da rendere difficoltosa la seconda, beh, questo è segno inequivocabile di una tecnica errata.

Il bilanciere, senza ombra di dubbio, nello stacco da terra si stacca dal pavimento ben prima che voi siate riusciti ad applicare la forza massima in quel momento angolare. Cioè nella posizione di partenza quando iniziate la tirata il bilanciere si stacca e voi avevate ancora margine di forza da imprimere.

All’alzarsi del bilanciere, cambia in maniera via via più drastica l’angolo tra gambe, anche, schiena. In pratica si crea una nuova posizione in cui i momenti di forza sono nuovi e le regole del gioco nuove pure quelle. Per questo motivo occorre, anche in una alzata potenzialmente lenta come lo stacco da terra riuscire a colmare il deficit di Forza esplosiva.

Raggiungere la forza massima nel minor tempo possibile non serve solo ad essere più veloce nella fase finale, quindi a percepire un bilanciere teoricamente più leggero. Questo è il Rate of Strength Development di cui parliamo già dal primo Corsi FIPL.

Qui la cosa è assai più fine, e cioè una visione più complessa del sollevamento pesi: OVUNQUE CI SIA MOVIMENTO, VALE LA LEGGE DEL ESD.

Poter, in ogni fase dell’alzata, quindi in ogni momento angolare determinato, raggiungere il punto di FM nel minor tempo possibile significa avere un impatto potentissimo sull’alzata. Questo è quello che viene naturale ai campioni. In ogni sport dove la Forza sia determinante i campioni sono quelli che riescono ad esprimere il massimo in tutta l’ampiezza articolare, anche e soprattutto per una naturale capacità di colmare questo deficit.

Merita che lo alleniamo. Non facendo lanci della palla medica e neppure antiquati jump squats. Questo si colma utilizzando carichi che siano pesanti ma che allo stesso tempo permettano il controllo dell’atleta. Unitamente ad una costante ricerca della massima accelerazione. Non ci stanchiamo mai di sottolinearlo: cos’è la forza funzionale se non la capacità di imprimere la massima energia ad un oggetto in qualunque istante, che sia un bilanciere, un avversario oppure il nostro stesso corpo? Questa l’anima del nostro progetto, questa l’idea, la visione, la scintilla. Passo passo forniremo gli strumenti teorici e pratici, primi assoluti in questo, per sviluppare un vero potenziale nuovo. I numeri parlano chiaro e parlano impietosamente a favore delle nostre logiche. Il metodo distribuito è la base e la fonte su cui sviluppare l’eccellenza e il futuro dell’allenamento della forza.

Questo atleta agonista nel powerlifting realizza un record italiano e un personal best di 12,5kg dimostrando inequivocabilmente come la logica dietro i suoi allenamenti sia l’ESD Enahnced.