A chi non è mai capitato di rimanere a bocca aperta davanti a certe performance.. che siano di un evento sportivo, musicale, artistico, ecc. Assistere a delle esibizioni perfette e vincenti è qualcosa di grandioso, hanno la possibilità di trasmettere delle emozioni semplicemente imparagonabili.

Mi stavo chiedendo: cosa possono avere in comune certe top performance?!

La qualità del gesto atletico!
Che sia un musicista a padroneggiare il suo strumento che sia un scultore a creare la suo opera o che sia un tennista a disegnare la sua traiettoria, hanno tutti e tre un elemento in comune: la capacità di sviluppare al meglio quello che il sistema nervoso ha acquisito in maniera perfetta.

E come si ottiene questo?? Con il lavoro tecnico.

In tutte le discipline, tra gli aspetti che vengono curati, la corretta soluzione tecnica riveste un ruolo decisamente importante.

Nel nostro caso l’acquisizione di schemi motori precisi rappresenta il lavoro tecnico.

Nella palestra troppo spesso ci si preoccupa solamente di spostare in qualche modo un peso dal punto A al punto B.
E’ quel “qualche modo” che bisogna trasformare in un gesto atletico.

E perché preoccuparsi del gesto atletico??

Perché solo cosi facendo si comincerà a settare il sistema nervoso con i distretti muscolari in maniera sensata e produttiva.
Perché altrimenti si arriverebbe molto velocemente in quella fase di stallo che molti conoscono.
Perché, entrare in palestra sapendo che è possibile apprendere un gesto atletico è sport.
Perché il gesto atletico deve essere l’obiettivo finale, la soluzione, tutto il resto arriverà di conseguenza.

E l’apprendimento tecnico quanto tempo richiede?

Premesso che ci si può sempre migliorare, possiamo dire che si è già a buon punto quando l’ultima alzata della serie sarà perfettamente uguale alla prima alzata perfetta.

Nella mia esperienza di preparatore atletico, posso dire che da quando ho cominciato a lavorare nella preparazione della forza dei miei atleti adottando i principi fortemente voluti da questo nuova linea di pensiero della FIPL, si è aperta una nuova porta.
E’ cambiato non solo il modo di approccio ai pesi dei miei atleti ma la confidenza che si viene a creare tra i due.
Si intuisce che l’atleta comincia ad avere quel controllo del mezzo (il bilanciere) paragonabile alla stessa affinità che ha nel gesto atletico del proprio sport.
Non so se riesco a spiegarmi, ma è proprio questo il punto, quella confidenza sta a indicare l’instaurarsi di alcuni pattern motori ben precisi che servono per realizzare quello che Ado Gruzza indica come l’unico transfer possibile tra i l mondo dei pesi e gli altri sport: LA FORZA ESPLOSIVA.
Per chi inizia a lavorare in questa maniera non ci sarà più nessuna via di ritorno.

Cristian Dal Lago, preparatore di atleti del tennis, del calcio e del fitness.
Appassionato di powerlifting e delle varie metodologie di allenamento,
istruttore FIPL 1° LIVELLO, dott. in scienze motorie.