A cura del Dr Daniele Barbieri – DC

 

 

Il movimento è essenziale per la nostra vita. Il movimento è quello che ci permette di sopravvivere, alimentarci, provare piacere, sopravvivere e, non ultimo, allenarci.

Noi uomini e non solo gli operatori del settore sanitario e dell’allenamento, sappiamo distinguere un altro uomo che grossolanamente non si muove in maniera corretta. Se poniamo la nostra attenzione, per esempio, sulle persone che camminano per strada osserveremo diverse andature; alcune saranno registrate dalla nostra vista come normali, altre invece come differenti.

Cosa però ci fa dire che alcune andature sono “anormali”?

Rispondere a questa domanda non è del tutto intuitivo e neanche facile e fino a poco tempo fa non definitivo.

Da studi approfonditi di alcune prestigiosissime università americane sappiamo esistere un modello di movimento base specifico per la specie umana.

Mi spiego meglio: è possibile interpretare i movimenti degli uomini e categorizzarli come normali o anormali.

Questa categorizzazione è la razionalizzazione di quella sensazione che inconsciamente ci fa dire: “quel tipo li si muove male”.

Tale modello è indipendente dall’età, dal sesso e dal grado di allenamento, non è quindi specifico per uno sport ma, mi piace riscriverlo è specifico per la specie umana.

Il movimento umano è scindibile in sette capacità motorie di base che vengono apprese e padroneggiate dalla nascita fino all’età di circa un anno.

Queste sette capacità motorie sono suddivise in:

Capacità di MOBILITA’

  • Mobilità adeguata delle spalle
  • Mobilità adeguata delle anche

Capacità di STABILITA’

  • Stabilità Frontale
  • Stabilità Rotativa

Capacità in STAZIONE ERETTA

  • Esecuzione di una divaricata Sagittale
  • Superamento di un ostacolo in equilibrio
  • Esecuzione di un squat profondo

Allorchè un uomo è padrone di queste sette capacità motorie avrà un movimento che si avvicina al modello di movimento ottimale. La conformità al modello di movimento ottimale assicura la più alta protezione da infortuni e la migliore efficienza motoria che a sua volta facilita prestazioni di forza, esplosività, velocità, resistenza ecc. del corpo umano.

Quando invece non siamo più padroni di certe capacità, il nostro movimento si allontana da quello ideale, perde in qualità con un risultato netto e documentato che il rischio che abbiamo di infortunarci e farci male aumenta.

Questa è la base concettuale del FUNCTIONAL MOVEMENT SCREEN, sistema di analisi del movimento il cui padre putativo è Gray Cook.

Dopo questa fondamentale premessa andiamo a parlare dello stacco da terra in chiave FMS.

Lo stacco da terra è un movimento di sollevamento fondamentale fin dalla prima infanzia. I bambini quando non riescono a sollevare un oggetto accovacciandosi ed eseguendo uno squat, adottano alla perfezione un movimento di stacco da terra a ginocchia quasi totalmente estese. Lo stacco quindi è un movimento fondamentale che ci accompagna per tutto il corso della nostra vita.

Secondo l’FMS i criteri per avere un rischio di infortunio basso durante qualsiasi attività sono la padronanza delle sette capacità motorie di base e l’assenza di asimmetrie funzionali.

Più in dettaglio per eseguire un sollevamento “sicuro”  durante uno stacco da terra le capacità motorie essenziali sono una adeguata e sufficiente mobilità delle anche che permetta quindi la possibilità dell’esecuzione del movimento ed una adeguata e sufficiente stabilità frontale che garantisca la possibilità di gestire il proprio peso corporeo prerogativa essenziale per la gestione di un carico esterno.

Questi sono concetti fondamentali perché nel caso ci trovassimo di fronte ad un neofita o ad un atleta infortunato, applicando i concetti del FMS, potremo gestire ed essere consapevoli della percentuale di rischio di infortunio e soprattutto del lavoro propedeutico sulle capacità motorie carenti che ciascuno dei due tipi di clienti deve affrontare prima di eseguire un sollevamento in modo che questo sia sicuro.

Infatti, il sistema FMS identifica con un analisi del movimento le capacità motorie carenti e/o asimmetriche e fornisce delle indicazioni precise ed “oggettive” sotto forma di esercizi propedeutici e pratiche sia attive che passive di trattamento dei tessuti muscolari e articolari in modo da gestire queste carenze.

Troppe volte quando riprendiamo l’attività di sollevamento dopo un infortunio, riprendiamo a sollevare sulle basi di una sensazione personale o di un parere “soggettivo” del nostro medico. Se però l’infortunio non è totalmente recuperato e riabilitato, il nostro corpo dovrà compensare assumendo movimenti diversi dalla normalità e allontanandosi dal modello di movimento che sappiamo proteggerci. Stesso discorso vale per i neofiti, non dobbiamo dar per scontate le capacità di costoro, dobbiamo analizzarle per comprendere se hanno bisogno di essere migliorate prima di iniziare i sollevamenti allenanti cosicchè da limitare il rischio di infortunio e per eseguire un miglior movimento possibile.

 

Note sull’autore

Il Dr Daniele Barbieri – DC è titolare dello studio “Atlas Chiropratica e Postura” di Roma, un luogo dove, partendo dal concetto di benessere, si cerca di ridare al corpo di ciascuno tutte le sue capacità e farlo performare al meglio. Ciò grazie anche allo screening iniziale dei movimenti, Functional Movement Screen, che inizia con l’identificazione dei pattern di movimento sbagliati causa di cattive posture, di errori nell’allenamento, di movimenti sbagliati fonte di  un eccessivo stress su alcune articolazioni rispetto ad altre complici di asimmetrie, problemi muscolari, dolori e limitazioni di movimento; eliminare tali errori è la mission del centro Atlas. Maggiori info su: http://www.atlas-roma.com